Comitato per la Lotta Contro la Fame nel Mondo di Forlì
Annalena - pag.18
"Tu hai fatto del male? Io pagherò al posto tuo" Così diceva Gandhi. Così ci ripete Gesù Cristo da duemila anni ... chissà perché noi uomini siamo così sordi … Certo la sua voce è spesso piccola e silenziosa ... ma poi LUI è nella celletta della nostra anima e non dovrebbe essere così difficile scendere laggiù ed abitare con LUI. Parole? NO. Verità. Realtà.
Certo, per la maggioranza di noi uomini sarà ed è necessario fare silenzio, quiete, chiudere il telefonino, buttare il televisore dalla finestra, decidere una volta per tutte di liberarsi dalla schiavitù di ciò che appare e che è importante agli occhi del mondo ma che non conta assolutamente agli occhi di DIO, perché si tratta di non valori.
Ai piedi di DIO noi ritroviamo ogni verità perduta, tutto ciò che era precipitato nel buio diventa luce tutto ciò che era tempesta si acquieta, tutto ciò che sembrava un valore, ma che valore non è appare nella sua veste vera e noi ci risvegliamo alla bellezza di una vita onesta, sincera, buona, fatta di cose e non di apparenze, intessuta di bene, aperta agli altri, in tensione onnipre-sente fortissima affinché gli uomini siano una cosa sola.
E' tempo di concludere.
Ai Somali molto ho dato. Dai Somali molto ho ricevuto. Il valore più grande che loro mi hanno donato, valore che ancora io non sono capace di vivere, è quello della famiglia allargata, per cui, almeno all'interno del clan, TUTTO viene condiviso. La porta è sempre spalancata ad accogliere fino al più lontano membro del clan. La mensa è sempre condivisa. Quello che è stato preparato per dieci, sarà condiviso con chiunque si presenterà alla porta con la massima naturalezza. Non ci sono e non ci saranno recriminazioni, lamenti, vittimismi. E' la cosa più naturale del mondo condividere con i fratelli.
Nel mio mondo, a Borama, la piaga è la disoccupazione. Molta gente non ha mai lavorato nella sua vita perché non ha mai trovato un lavoro. Ed è così che quel solo che lavora si trova 'costretto' a condividere con ventitrenta altri che non lavorano il frutto della sua fatica. Ma lui non lo vive come una 'costrizione'. Lui lo vive con naturalezza.
Laggiù condividere fa parte dell'esistenza. E poi quella loro preghiera cinque volte al giorno ... l'interrompere qualsiasi cosa si stia facendo, anche la più importante, per dare tempo e spazio a DIO.
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